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sabato 16 marzo 2013

God Of War: Ascension (PS3) - La nostra Recensione

Santa Monica Studio ci riprova con God Of War: Ascension, quarto capitolo per console casalinghe delle avventure del semidio Kratos e secondo episodio a fare la sua apparizione su PS3. Durante la gestazione del titolo le domande che frullavano nella mia testa erano: ce n'era davvero bisogno? (la storia di Kratos si concludeva degnamente col terzo capitolo della storyline "principale") e soprattutto: che c'entra il multiplayer con God Of War? Domande più che lecite che credo siano passate nella testolina di molti degli appassionati della saga,  che già si prefiguravano un titolo sviluppato solamente per sfruttare il nome stampato sulla cover. Beh, dopo aver provato la demo prima ed il gioco completo poi, i dubbi che avevo inizialmente sono stati spazzati via in men che non si dica dalla furia dalle Lame del Caos di Kratos. E adesso vi spiego perchè. Continuate a leggere..


A differenza di Capcom e Crystal Dynamics, che, con i loro DMC: Devil May Cry e Tomb Raider hanno scelto in questo primo scorcio del 2013 la strada del reboot, Santa Monica Studio percorre quella del prequel, raccontandoci le vicende che accadono a Kratos a poche settimane dalla rottura da parte dello spartano del suo patto con Ares. Il nostro eroe si trova, assieme a tutti gli spergiuri, rinchiuso in una prigione costruita sul corpo del centimane Briareo (il primo che aveva osato rompere un patto stretto con uno degli Dei) e torturato da Megera, una delle tre Furie, che hanno il compito di far pentire gli spergiuri della decisione presa. Inutile dire che Kratos non è proprio il tipo che accetta passivamente le torture che gli vengono inflitte e dopo pochi secondi dall'inizio del gioco comincerà la sua ribellione, in una sequenza spettacolare e mozzafiato come la saga ci ha ormai abituato e che terminerà come è fin troppo scontato immaginare. La trama, piuttosto lineare, ci mostrerà un Kratos completamente diverso da quello che siamo stati abituati a conoscere nei precedenti episodi a causa dei mille tormenti, dei dubbi e delle incertezze che lo attanagliano e che offuscano i suoi pensieri. Nonostante il background del protagonista sia profondamente differente rispetto ai precedenti capitoli, la trama  rimane purtroppo qualche gradino sotto quella del primo o del terzo episodio, dando fin troppo l'impressione di essere un semplice pretesto per inscenare le spettacolari sequenze e scontri dei quali saremo protagonisti. 

Iniziando a prendere confidenza con il "nuovo" Kratos, ci accorgeremo che tutto è come ce lo ricordavamo e i tratti distintivi della saga sono ben evidenti fin da subito: i momenti in cui ci troveremo a far volteggiare le Lame del Caos la faranno ovviamente da padrone, ma ci saranno anche numerose sequenze platform, in cui il nostro Kratos si esibirà in scalate degne per fluidità ed agilità del miglior Drake; oltre a queste dovremo risolvere diversi puzzle ambientali ben congegnati e che ci costringeranno ad usare qualche neuirone in più rispetto alla media (ma non preoccupatevi, niente di trascendentale); infine gli immancabili Quick Time Event, vero e proprio marchio di fabbrica della saga, caratterizzeranno sia le violentissime "fatality" di Kratos che molte sequenze scriptate in cui dovremo agire con perfetto tempismo

Il level design è davvero splendido e rende il titolo un vero piacere da giocare, sorretto da una regia virtuale semplicemente perfetta che riesce sempre ad inquadrare la scena dall'angolazione più spettacolare, anche se a volte questo va a scapito della giocabilità visto che capiterà in un paio di occasioni di avere la telecamera posta troppo lontano dal combattimento per cui non riusciremo a distinguere al meglio ciò che accade su schermo. Ma sono veramente delle gocce nel mare perchè spesso e volentieri avremo gli occhi pieni di meraviglia mentre ammireremo ciò che gli sviluppatori sono riusciti a combinare. Il level design và di pari passo con la grafica: se God Of War III era stato una delle prove più convincenti delle potenzialità del monolito nero, probabilmente Ascension lo supera da questo punto di vista; gli scenari ci lasceranno spesso e volentieri senza fiato: due esempi su tutti sono la fase iniziale in cui gli scenari, costruiti sul corpo del Centimane, si distinguono per estensione e dettaglio con la telecamera (ancora lei) che ci mostra con spettacolari sequenze a volo d'uccello la loro definizione, oppure ancora il mezzo di trasporto che ci condurrà verso l'oracolo di Delfi è una dimostrazione perfetta di maestria tecnica e di meraviglioso level design. 

Ma non è finita: gli effetti, soprattutto quelli di luce, sono superlativi (provate tutte le variazioni dell'arma di Kratos e non potrete che darmi ragione) ed i modelli poligonali non fanno ovviamente eccezione; quello di Kratos è ovviamente costituito da un numero esagerato di poligoni, che lo definiscono in una maniera che non si era mai vista prima d'ora, ma anche quelli di TUTTI i nemici che incontreremo sono davvero incredibili: ammireremo espressioni di dolore dipinte sui loro volti mentre Kratos sta per conficcare una delle sue lame nel loro petto o i denti affilatissimi nella bocca di Medusa prima che le venga strappata la testa. Insomma, quando uno studio come Santa Monica conosce a menadito l'hardware di PlayStation 3 non ce n'è per nessuno e Uncharted 3 (che, in attesa di The Last Of Us, rimane ancora il termine di paragone su PS3) ha trovato finalmente un degno rivale. Oltre alla grafica, anche l'accompagnamento sonoro è di primo piano: oltre ai vari effetti sonori, quello che rimane impresso sono le composizioni orchestrali che sottolineeranno tutti i momenti pià significativi, sia ripescando e rimescolando i temi dei precedenti capitoli, che con nuove composizioni; la bontà del comparto audio è suggellata da un ottimo doppiaggio in italiano: da questo punto di vista Sony ci ha abituati benissimo perchè tutti i propri titoli sono sempre curatissimi da questo punto di vista.

Le grandissime qualità tecniche sarebbero fini a sè stesse se non fossero supportate da una giocabilità sopraffina, ma in Ascension il pericolo non si presenta e, anzi, da questo punto di vista Ascension è senza dubbio il miglior titolo della serie. Il sistema di combattimento è infatti molto profondo, oltre che piuttosto strategico. Partiamo con un Kratos piuttosto limitato nelle proprie soluzioni offensive, ma nelle primissime ore di gioco otterrà, una dopo l'altra, tutte le variazionei delle Lame del Caos, oltre ad alcuni amuleti che amplieranno, e non di poco, le nostre soluzioni offensive.  Le Lame del Caos potranno infatti essere dotate di effetti elementali: fuoco, ghiaccio, lampo e anima. Ognuno è più utile su determinati che su altri e, una volta riempita la barra della Furia, uccidere un nemico ci fornirà una diversa tipologia di sfere. Un uso accorto dell'arma giusta al momento giusto ci potrà salvare in più di un'occasione, a patto di avere la barra della Furia piena. Per farla riempire dovremo mandare a segno un discreto numero di colpi successivi senza ovviamente subirne. 

Il sistema di combattimento funziona a meraviglia e dovremo imparare alla svelta gli effetti di ognuna delle variazioni delle Lame per utilizzarle a nostro vantaggio, facendo attenzione a non subire danni e non attaccando a testa bassa per tutto il tempo, come spesso accade in giochi di questo tipo. Gli scontri si fanno perciò molto cadenzati, con momenti di difesa alternati a più o meno lunghi momenti di attacco. I nemici che dovremo affrontare saranno in numero soverchiante ed una buona strategia farà la differenza tra il successo ed il fallimento. Oltre alle variazioni delle Lame del Caos, potremo utilizzare alcuni di amuleti, che ci serviranno rispettivamente per rallentare in maniera temporanea uno dei nemici o per creare una "copia" di Kratos, che ci aiuterà in combattimento per un brevissimo lasso di tempo. Gli stessi amuleti vengono utilizzati durante il corso del gioco per risolvere gli enigmi, cui è stata data, grazie a queste idee, una notevole svecchiata. In combattimento potremo poi raccoglier, tramite il tasto R1, le armi lasciate cadere a terra dai nemici sconfitti ed utilizzarle con il tasto Cerchio; ritorna ovviamente la possibilità di agganciare un nemico con le Lame tramite il tasto R1 e di lanciarlo oppure attaccarlo in maniera brutale. Giocando ad Ascension mi è tornato più volte alla mente Castlevania: Lord of Shadows, il cui sistema di combattimento ricordava moltissimo quello di  God Of War: con Ascension, Santa Monica rilancia con un sistema di combattimento che riprende a sua volta quello dalla saga Konami perfezionandolo ed arricchendolo ulteriormente di dettagli.

Mi sono lasciato per ultimo l'argomento che più ha creato disappunto nei fan della serie durante tutte le fasi dello sviluppo: vale a dire il Multiplayer, introdotto per la prima volta nella saga proprio con Ascension. Una volta creato il nostro personaggio (inizialmente con davvero poche opzioni, che andranno poi moltiplicandosi facendolo salire di livello), possiamo scegliere una delle modalità di gioco e buttarci nella mischia. Bisogna innanzitutto dire che il sistema di combattimento rispecchia, fatte le debite proprozioni (scordatevi combo da 500 o più colpi... ma anche da 5 o più colpi), quello visto nella campagna Single Player. E funziona. Durante i combattimenti dovremo infatti alternare al meglio gli attacchi leggeri a quelli pesanti, oltre ad essere accorti nelle fasi difensive giocandoci al meglio le opportunità che avremo di parare o contrattaccare gli attacchi nemici. Quello che non convince sono le modalità di gioco, che vanno dai classici Deatmatch a Squadre o Cattura la Bandiera a Favore degli Dei, in cui ogni azione che compiremo (uccidendo nemici, conquistando postazioni o aprendo forzieri) ci darà la possibilità di conquistare punti. Purtroppo questa modalità, che poteva rappresentare uno sprazzo di originalità, si dimostra davvero troppo confusionaria e poco divertente per resistere a più di qualche prova prima di essere tralasciata. La modalità Orda, sia in cooperativa che in Single Player, rappresenta invece una modalità interessante su cui poter spendere qualche ora in più. Nonostante i risultati non fossero quelli aspettati, è innegabile lo sforzo da parte di Santa Monica di creare qualcosa di interessante, ma, alla resa dei conti, il multiplayer rappresenta un orpello a cui tutti daranno un'occhiata ma che verrà presto dimenticato in favore del più solido Single Player.

Insomma, ci troviamo di fronte ad un prodotto con luci e ombre, che i detrattori bolleranno con la frase: " è sempre la solita minestra riscaldata e il multiplayer è inutile". In parte hanno ragione, perchè chi cerca qualcosa di originale è costretto per forza di cose a rivolgersi altrove (ma non dovremmo allora lamentarci del 90% dei titoli che esce sul mercato?), chi invece lo giocherà rimarrà senz'altro a bocca aperta per l'incredibile qualità tecnica e si divertirà con un titolo dal sistema di combattimento profondo e tattico e nonostante la trama non sia nulla di che, divorerà il gioco dall'inizio alla fine per vedere quello che succede nella sequenza successiva fino a raggiungere (forse un pò troppo velocemente) i titoli di coda. 

Voto: 8/10 

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