Resident Evil è stato il titolo che ha letteralmente lanciato un genere, quello dei Survival Horror e una console, la PlayStation, che grazie a quello ed altri titoli storici venne consacrata nell’olimpo dei Videogiochi. Sembra passato un secolo ma in realtà era solo il 1996 e da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta: i seguiti si sono succeduti uno dopo l’altro ed anche lo stesso Resident Evil si è evoluto passando dall'essere un titolo in cui i salti sulla sedia si alternavano a momenti di pura tensione spesi alla ricerca di una qualche pallottola nascosta che avrebbe potuto fare la differenza fra la salvezza ed una morte orrenda contro nemici lenti ma inesorabili ad essere un titolo in cui i momenti di tensione sono diminuiti in favore di sequenze decisamente più adrenaliniche ed action, non esiste l'assillo delle munizioni contate ed i nemici sono più “intelligenti”. Il quarto episodio è stato quello che ha segnato in maniera piuttosto netta il cambiamento, mentre il quinto presentava un’inedita modalità cooperativa. Il sesto episodio continua sui solchi tracciati dall’immediato predecessore e va un pochettino oltre.
Ma concentriamoci adesso su questo sesto capitolo: una volta inserito il disco di gioco partirà un lungo prologo giocabile di 15 minuti che avrà come protagonisti Leon ed Helena e ci introdurrà agli avvenimenti cui di lì a breve prenderemo parte. Terminato il prologo, ci troveremo di fronte al menù principale e alla prima (annunciatissima) novità del gioco: potremo infatti scegliere una delle tre campagne disponibili , ognuna con una diversa coppia di protagonisti: i sopracitati Leon ed Helena, Chris e Piers ed infine Jake e Sherry. Andiamo a vedere nel dettaglio le tre campagne: non ci soffermeremo sulla trama per lasciarvi il gusto di scoprire da soli le tre storie.
Dopo il prologo sembra naturale continuare a seguire le vicende di Leon, la cui campagna, lo diciamo immediatamente, sembra quella meglio congegnata con moltissime situazioni, setting particolarmente ispirati ed una storia avvincente. Chris, invece, accompagnato da Piers, dovrà vedersela, oltre che con i non morti, anche con sè stesso: difatti troveremo un uomo diverso da quello visto in Resident Evil 5, un uomo segnato dalla perdita della squadra sotto il suo comando a causa di un terribile errore. A metà campagna potremo vivere tramite un flashback questo particolare avvenimenti e capire di più. La terza campagna avrà come protagonisti Jake e Sherry e, dal punto di vista puramente narrativo appare la più debole, ma anche in questo caso le situazioni in cui ci troveremo saranno spettacolari e rocambolesche. Una volta completate le tre campagne a livello di difficoltà normale sarà resa disponibile una quarta campagna in cui la protagonista sarà Ada Wong e nella quale il Gameplay tornerà alle origini della serie, con fasi stealth ed una gestione accorta delle munizioni. Di tanto in tanto capiterà che i quattro filoni narrativi si incrocino e che i protagonisti della campagna che stiamo giocando combattano a fianco di un'altra coppia di personaggi. Interessante.
Dal punto di vista del Gameplay ci troviamo di fronte al solito Resident Evil, con le solite erbe da mixare ed il solito inventario da gestire, ma abbiamo anche delle importanti novità, come la possibilità di muoversi mentre si prende la mira (semplicemente dovuta vista la svolta action del titolo) e la possibilità di prendere riparo dietro le coperture disseminate negli scenari (alla gears of war/ uncharted, tanto per intenderci). Ci capiterà spesso inoltre di combattere a mani nude, sia perché saremo a corto di munizioni sia perché può essere una buona strategia per stordire i nemici per poi finirli con le armi (o viceversa). Ai fini della valutazione del Gameplay è interessante notare la precisa scelta stilistica di CAPCOM di posizionare la telecamera poco sopra la spalla del nostro personaggio (come già accade peraltro nella serie di Dead Space) il cui obiettivo è senza dubbio quello di fornire scarsa visibilità mentre si mira, soprattutto negli ambienti più stretti, così da aumentare le situazioni di ansia e tensione. Devo dire che la scelta si rivela assolutamente vincente.
Altra nota senza dubbio positiva è la longevità decisamente sopra la media rispetto ai titoli simili: per portare a termine il sesto capitolo di Resident Evil saranno necessarie non meno di 20 ore. Durata considerevole ma affine ai capitoli precedenti che avevano una durata simile.
A livello tecnico il titolo non fa gridare purtroppo al miracolo ma segna degli alti e bassi: ad ambientazioni ispirate si alternano setting anonimi e che non riescono a lasciare il segno. Ancora una volta è stata la campagna di Leon quella ad avere i impressionato di più. Il doppiaggio è invece finalmente in Italiano e la colonna sonora sottolinea in maniera decisa i passaggi più significativi ed in generale è piuttosto ispirata.
A completare il pacchetto non mancano le immancabili modalità online, che non si limitano alla cooperativa presente nella campagna, ma ve ne sono anche altre, tra cui spicca la modalità Caccia all'uomo, in cui un giocatore può unirsi alla nostra partita come cattivo per cercare di fermare i nostri protagonisti (praticamente la modalità avversario di Left 4 Dead 2). Personalmente ritengo che la componente online in titoli di questo tipo (come anche nel nuovo episodio di God Of War tanto per citare un altro titolo illustre) rappresenti semplicemente un riempitivo di scarso appeal per il pubblico, piuttosto che un'aggiunta realmente interessante
Tirando le somme, valutare un titolo come Resident Evil 6 è estremamente difficile: da fan dei primi episodi della serie mi sentirei di stroncarlo senza esitazione, ma analizzandolo in senso assoluto posso affermare che si tratta indubbiamente di un titolo molto buono che presenta alti e bassi ed una certa discontinuità nella realizzazione: alle ottima campagne di Leon ed Ada si contrappongono quella di Chris e quella di Jake, che guardacaso sono quelle che virano sull'azione pura e meno sull'horror. Sicuramente è un titolo che dividerà sia critica che pubblico ma a cui bisogna assolutamente dare una possibilità. Il consiglio è di approcciarvisi senza preconcetti e pregiudizi che potrebbero rovinare l'esperienza e goderselo per quello che è: un buon titolo action con delle "spruzzate" da Survival horror, anche se probabilmente non avrebbe dovuto intitolarsi Resident Evil....
Voto: 8/10
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